Kawashow H2

Kawasaki H1 triple

 

 

Al peggio (o al meglio) non c'è mai fine! Così recita un saggio proverbio che sembra nato apposta per descrivere meglio l'indole della Kawasaki 750 Mach IV. Se la Mach III aveva rappresentato con il suo debutto un vero e proprio terremoto in ambito motociclistico, la Mach IV ne rappresenta la sua naturale evoluzione ancora più esasperata e scioccante, uno tsunami di: 750 cc di cilindrata, 3 cilindri, 2 tempi e 74 CV di potenza, ben 14 in più del modello Mach III!
Nasce così nel 1971 (tre anni dopo la sorellina minore) la prima versione della 750 H2, caratterizzata da una potenza ancor più esuberante, 220 KM/h di velocità massima e in grado di percorrere i 400 m. in soli 12 secondi.
Nonostante il grande interesse da parte del pubblico e della stampa di allora è da sempre e sarà per sempre considerata come un'erede della sorella di minore cilindrata e non verrà mai trattata come un modello a sé stante anche se rappresentò in quegli anni la massima espressione della tecnica e delle prestazioni motociclistiche ed è considerata oggi come la madre delle moderne maxi giapponesi.
Chi cercava una moto di questo tipo la voleva in grado di strappare l'asfalto ai semafori, la voleva in grado di dare una dura lezione a chi avesse voluto sfidarla in uno "strappo" da semaforo a semaforo, chi la voleva esigeva rispetto perché la Mach IV è la più veloce. Anche in questo caso gli aggettivi e le accezioni per descriverla si sprecano ma uno la descrive al meglio: "Lightburner" (brucia semafori).

Una cosa che appassionava i motociclisti del tempo, al di là delle prestazioni, erano i colori. Accostamenti azzardati, a volte pacchiani o discutibili, ma ora a distanza di 40 anni rappresentano un'icona di quegli anni dove il tema psichedelico era predominante e che legheranno la Kawasaki ancor oggi all'uso del verde acido e delle sue declinazioni oggi tipico.
Su strada, la moto, ha una posizione di guida tutto sommato "comoda", si lascia condurre con maestria da polsi esperti e i suoi quasi 200 Kg. si fanno sentire solo nelle manovre da fermo o in mezzo al traffico. Saliti in sella la moto sembra essere molto ingombrante e maestosa ma una volta aperto il gas queste sensazioni svaniscono perché sembra di essere in sella ad un puledro selvaggio. La ciclistica gode di alcuni miglioramenti rispetto al modello Mach III tanto per citarne alcuni: il telaio viene irrobustito, le sospensioni adeguate, arriva dalla prima versione il freno a disco anteriore e quello posteriore di maggiori dimensioni, ma alcune grosse lacune restano e tali lacune ne fanno l'ennesima ricetta vincente per una moto davvero "senza compromessi".

La Mach III a colpo d'occhio
Scheda Riassuntiva Collezionistica
Presentazione Tokyo 1971 Pregi Estetica, Motore, Prestazioni
Numero esemplari 47.596 Difetti Tenuta di Strada, Consumo, Versatilità
Anni 1971/1976 Ricambi Scarsa Reperibilità

 

Interesse Collezionistico
H2: *****
H2/A: ****
H2/B: ****
H2/C: ****

 


 

Kawasaki H1 Mach III Versioni

"H2 (1971/1972)"
Si tratta della prima versione prodotta e sfoggia la nota grafica a doppio filetto bicolore con movimento ad "onda" che si estende sino al codino. Sono disponibili due colorazioni: azzurra e oro. Il parafango anteriore è in tinta con il serbatoio ed i fianchetti presentano la scritta "750" non a rilievo.

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"H2/A (1973/1974)"
E' ancora presente il filetto ma con un andamento diverso rispetto alla prima versione: più lineare e rivolto verso l'alto. Il motivo si ripete anche sulla parte superiore del serbatoio e si estende sul codino. Le scritte "750" sono a rilievo. Il parafango è cromato e così resterà per tutte le serie successive, sia il tappo del serbatoio che la sella hanno la serratura. Il portaceppi della ruota posteriore è lucido.

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"H2/B (1974/1975)"
Prodotta in due colorazioni bicolore: verde scuro/chiaro con ammortizzatore di sterzo collocato a destra nel primo lotto e marrone/giallo con ammortizzatore di sterzo collocato a sinistra nel secondo lotto. Il codino presenta una forma più arrotondata. Le forcelle sono meno inclinate e l'interasse viene aumentato. Il motore è montato su supporti elastici. Le spie vengono posizionate al centro degli strumenti. Sui fianchetti campeggia la scritta "750 Mach IV".

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"H2/C (1975/1976)"
Anche per questa versione vengono proposte due colorazioni bicolore: una in rosso e l'altra in viola. La grafica sul serbatoio ha un filetto meno rotondeggiante ma appuntito verso l'alto. Questo modello è stato distribuito in pochissimi mercati, in Italia non è mai stata importata.

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I Numeri della Produzione
ModelloAnniEsemplariModelloAnniEsemplari
750 H2 1971/1972 23.458 750 H2/ B 1974/1975 9.581
750 H2/ A 1973/1974 9.623 750 H2/ C 1975/1976 4.934

I pezzi in circolazione non sono tantissimi, la flessione nei numeri della produzione dal '72 al '73 sono da ricercarsi nell'uscita del modello Z1 900 quattro cilindri a 4T.

 

Le Versioni ed i Numeri di Telaio e Motore
ModelloTelaioMotoreModelloTelaioMotore
750 H2 da H2F 00.001 da H2E 00.001 750 H2/ B da H2F 32.201 da H2E 32.401
750 H2/ A da H2F 23.671 da H2E 23.158 750 H2/ C da H2F 42.547 da H2E 42.827

*) H2F = H2 Frame **) H2E = H2 Engine

 

 

Scheda Tecnica
Cilindrata 748 cc. Telaio Telaio doppia culla
Motore 3 cilindri in linea frontemarcia / 2 T / Teste e cilindri in lega leggera con camicie in ghisa / Sospensione Ant. Forcella telescopica, 36 mm.
Alesaggio e Corsa 71 x 63 mm Sottoquadro Sospensione Post. Doppio ammortizzatore
Rapporto compressione 7 : 1 Freno Ant. Disco 296 mm
Potenza / Giri 74 CV / 6.800 Freno Post. Tamburo 200 mm.
Coppia / Giri 7,9 Kgm / 6.500 Trasmissione Finale Catena
Alimentazione 3 Carburatori Mikuni VM da 30 mm. Getto max. 105 getto min. 35. Anticipo 23° prima del PMS. Pneumatico Ant. 3.25x19
Ammissione Travasi a 5 luci per cilindro Pneumatico Post. 4.00x18
Trasmissione Primaria Ingranaggi a denti dritti Ruote Cerchi cromati a raggi
Avviamento Pedale Serbatoio 17 Litri benzina / 2 litri olio
Accensione Elettronica a tre circuiti indipendenti Peso 192 Kg. ca.
Raffreddamento Aria con alette collegate da ponticelli Lunghezza 2080 mm
Lubrificazione Separata, Miscelatore automatico Larghezza 850 mm
Frizione Multidisco bagno d'olio Interasse 1400 mm
Cambio 5 rapporti Altezza sella 810 mm
       

 

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